Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige

Via E. Mach, 1 38098  – S. Michele all’Adige (TN)

La Fondazione Edmund Mach, precedentemente Istituto di San Michele all’Adige (fmach.it), rappresenta una tappa fondamentale per la ricostruzione delle vicende relative agli studi scientifici sul lago di Tovel. Dagli anni Settanta ad oggi le ricerche non si sono mai fermate.

Le attività di studio e monitoraggio dell’Istituto sul lago di Tovel iniziano negli anni Settanta con l’installazione della Stazione idrometereologica sul lago, stazione di rilevamento dotata di strumentazione atta a fornire dati su temperature, pressione, umidità dell’aria; precipitazioni piovose e nevose; forza, direzione, durata del vento e delle brezze; insolazione; temperature dell’acqua e del lago.

In quegli anni l’Istituto diede avvio a una rilevazione approfondita e lunga nel tempo in modo da avere tutti i dati ecologici acquisibili e di essere in grado, qualora il fenomeno dell’arrossamento si fosse ripresentato, di coglierne l’immagine più documentata possibile in tutti i suoi aspetti.

Nel 1972 Alvise Vittori diede avvio ad una serie di analisi idrobiologiche sul Tovel, dalle quali emerse la presenza di detergenti non biodegradabili nel limo del fondo, per il quale venne richiesta la costruzione della fognatura, mentre i protezionisti (riferimento Italia Nostra) ritenevano che l’intervento dovesse essere più radicale, contemplando la con la demolizione delle case, per l’eliminazione delle fonti dirette e indirette dell’inquinamento.

Sempre nello stesso anno il professor Elio Corona portò a termine una ricerca dendrocronologica sui tronchi di specie arboree sulle rive del lago (abete bianco, abete rosso, pino silvestre, pino montano, larice, faggio, acero e tasso) dalla quale emergevano dati a proposito dell’ aumento di umidità ambientale che si verificava durante i mesi da maggio a settembre; qualche anno dopo ripropose la stessa indagine usando alberi lungo la valle di accesso al lago e ottenne gli stessi risultati.

Nel 1977 vennero resi noti i primi dati idrobiologici e climatologici raccolti dalla Stazione sperimentale agraria forestale di San Michele all’Adige.

Le attività dell’Istituto, in particolare quelle dedicate allo studio del lago di Tovel, sono ben documentate nella collana “Esperienze e Ricerche”.

Sono stati analizzati tutti i volumi della rivista presenti sul sito Esperienze e Ricerche (immanens.com) della Fondazione Mach, dal primo volume del 1929-30 al ventesimo, del 1990-1991.

Di seguito si propongono i principali articoli relativi agli studi sul lago.

Negli anni a seguire furono avanzate diverse ipotesi per spiegare la scomparsa del fenomeno di arrossamento delle acque– un tempo attribuito all’alga ‘Glenodinium sanguineum’ Marchesoni, verificatosi regolarmente, con cadenza periodica, durante i giorni più caldi dell’estate da circa metà ’800 fino al 1964 – tutte comunque convergenti sull’azione dell’uomo. Anche l’agricoltura e le attività ad essa collegate furono ritenute responsabili dell’alterazione di un ecosistema fino ad allora considerato unico al mondo.

Fu così che nel mese di marzo del 2000, in occasione della seconda conferenza dei “Rappresentanti delle Istituzioni Scientifiche della Ricerca” svoltasi a Villa Tambosi a Trento, l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige venne sollecitato dalla Presidenza della Giunta Provinciale a farsi carico della complessa questione, al fine di fornire una spiegazione scientifica al fenomeno e dare possibilmente una risposta definitiva alle cause del mancato arrossamento del lago.

Nacque così il progetto “SALTO – Studio sul mancato arrossamento del Lago di Tovel”.

All’Istituto Agrario fu affidato il compito di coordinare una specifica equipe di ricerca. Parteciparono ben 20 Istituzioni ed Enti diversi, 6 dei quali internazionali (Austria, Danimarca, Germania e Svizzera). Il progetto SALTO ha consentito di raggiungere risultati scientifici notevoli, è stato occasione di incontro e di confronto dei maggiori esperti e studiosi di alcuni specifici comparti ambientali; ha, infine, consentito di dare una spiegazione condivisa del fenomeno dell’arrossamento e soprattutto del perché esso non si sia più ripetuto.

È importante notare come i ricercatori dell’Istituto Agrario di San Michele, l’ente che più ha investito in questo progetto, siano giunti a una precisa identificazione dell’alga, riconducendo la problematica dell’arrossamento nell’ambito dell’indagine propriamente scientifica. Si è così conseguito un quadro conoscitivo che ha finalmente chiarito la stretta correlazione tra le modalità di gestione degli animali all’alpeggio e la comparsa delle fioriture algali, mentre per decenni l’attenzione era stata prevalentemente rivolta verso alghe non responsabili dell’arrossamento (confronta 1-Studio_sul_mancato_arrossamento_del_Lago-pdf).

Sottosezione 1

Stazione sperimentale agraria forestale di San Michele all’Adige