Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Verbania)

IRSA Istituto di Ricerca Sulle Acque, sede di Verbania

Viale Tonolli 50 – 28922 – Verbania Pallanza (VB)

L’Archivio storico presso la sede di Verbania dell’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (vedi documento ) in origine Istituto Italiano di Idrobiologia Dott. Marco De Marchi, conserva un materiale di primaria importanza, ai fini della ricostruzione della storia delle ricerche scientifiche collegate allo studio delle acque interne in Italia e nel mondo. Gran parte del materiale archivistico è stato ordinato e messo a disposizione degli utenti. Fanno eccezione le carte ancora inedite relative agli studi condotti dai ricercatori dell’istituto nell’arco delle loro attività. Queste carte rappresentano il nucleo centrale della documentazione qui presa in esame e sono la testimonianza delle vicende connesse alle campagne limnologiche presso il lago di Tovel. Presso l’Archivio Storico è conservato un ricco nucleo di documentazione prezioso per la ricostruzione della storia degli studi scientifici che interessarono il lago trentino nell’arco del Novecento. Le ricerche degli studiosi, in particolare, si concentrarono sull’arrossamento delle acque del lago, fenomeno un tempo attribuito allo sviluppo di un’alga microscopica, il Glenodinium sanguineum, e regolarmente verificatosi con cadenza periodica nelle stagioni estive da circa metà dell’800 fino al 1964.

L’archivio conserva documentazione inerente alle campagne di studio che interessarono il lago di Tovel nel periodo 1938-1940 e che portarono nel 1941 alla pubblicazione del volume di Edgardo Baldi: Ricerche Idrobiologiche sul lago di Tovel, il primo e più completo studio mai realizzato sul lago fino ai giorni del Progetto SALTO – Studio sul mancato Arrossamento del lago di Tovel.
Vedi documento

Attraverso le carte è possibile ricostruire la storia delle prime ricerche idrobiologiche connesse al lago di Tovel. Principale promotore delle campagne di studio fu il Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina.

I finanziatori di questa spedizione furono il Museo di Trento, nella persona del suo direttore, Lino Bonomi, che comprendendo le necessità della ricerca, aveva messo a disposizione personale e mezzi e il Magnifico rettore dell’Università milanese prof. Alberto Pepere, che contribuiva finanziariamente alle spese previste. A capo della spedizione il professor Edgardo Baldi.

La spedizione rivolse il suo studio alla biologia del Glenodinium, un’alga peridinea che provocava (secondo i ricercatori del tempo) l’arrossamento delle acque del lago. Scopo fondamentale della ricerca era quello di tracciare un quadro completo della vita del lago.

Nel corso del primo anno di lavori furono compiuti quattro sopralluoghi, uno dei quali di sessanta giorni e un altro nel cuore dell’inverno rispettivamente, il 23 maggio, il 26 e 27 giugno, dalla metà di luglio alla fine di agosto, e dal 27 al 30 dicembre.

A questa prima spedizione dell’anno ’37 presero parte oltre a tutto il personale del Museo, il prof. Edgardo Baldi, il dott. Giampaolo Moretti della scuola di Milano e altri allievi, il dott. Sergio Venzo, Conservatore onorario del Museo di Storia Naturale di Trento e geologo del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, la Società degli alpinisti tridentini, Sezione del Centro Alpinistico Italiano, che, collaborando con gli organizzatori alla spedizione mise a disposizione numerosi strumenti.

Raggiungere il lago non fu agevole. Gli ostacoli posti dalla montagna alla logistica dell’accampamento-laboratorio furono aspri.

Malgrado le difficoltà, nei primi giorni della campagna del 1937 sulla sponda del lago fu costruito un laboratorio da campo (foto).

Baldi e i ricercatori, per le loro spedizioni si servirono di un complesso strumentario fra cui un intero laboratorio di microscopia, dotato di 7 apparecchiature di vario tipo, ognuna adatta allo svolgimento di particolari compiti: un laboratorio microfotografico per la registrazione fotografica immediata degli aspetti presentati dalle biocenosi limnetiche; un piccolo laboratorio di analisi chimiche e chimico-fisiche; alcuni semplici impianti per la registrazione delle condizioni metereologiche giornaliere della regione lacustre. Oltre a tale strumentazione i ricercatori ebbero a loro disposizione due canotti smontabili, reti planctoniche, draghe, e un apparecchio di presa cinematografica; numerose tende di vario tipo (quattro tende grandi e due tendine da addiaccio. Le tende maggiori erano tutte della ditta Moretti di Milano, tre del tipo Malenco, due delle quali venivano adibite ad uso di laboratorio, la terza parte per ripostiglio e parte per alloggio del tecnico del Museo; una del tipo Masino adibita a magazzino. I ricercatori disponevano anche di una tenda di fustagno nero costruita come una camera oscura fotografica) per l’alloggio degli operatori e il riparo degli attrezzi.

Le campagne in oggetto proseguirono fino al novembre del 1940.

La scrittura diaristica accompagna le imprese degli scienziati, grazie al diario delle campagne di studio conservato presso l’archivio dell’Istituto si ha notizia diretta di alcuni periodi delle campagne di ricerca (vedi documento ), nello specifico le spedizioni iniziate nel maggio del 1938 e terminate nel 1940. Il diario manoscritto contiene molto materiale inedito ad eccezione di alcune parti ‑ riviste e modificate ‑ pubblicate negli scritti di Edgardo Baldi: nel volume del 1941, Ricerche idrobiologiche sul lago di Tovel, e nella monografia del 1938: Relazione preliminare sulle ricerche del lago di Tovel.

Il diario, scritto a più mani, accompagna le spedizioni degli scienziati, narrando gli eventi, le ipotesi, le scoperte.

Esso offre un’istantanea del modus operandi del ricercatore del tempo. Attraverso gli occhi dei protagonisti si possono cogliere istanti dell’intimo scorrere della vita delle creature che animano il lago, godere attraverso le loro descrizioni delle bellezze paesaggistiche che la Valle di Brenta offriva e offre tutt’oggi.

Il manoscritto è testimonianza di quella che fu l’azione di ricerca guidata nelle campagne degli anni successivi al 1937, da Edgardo Baldi, la sua assistente, la dott.ssa Livia Pirocchi, il geometra Vittorio Conci dell’Ufficio Idrografico del Genio civile di Trento e i preparatori del Museo di Trento Enrico Broilo e Tullio Perini.

Bibliografia e sitografia di riferimento

Baldi E. (1939). “Ulteriori ricerche al lago di Tovel”iStudi Trentini di Scienze naturali, 1-2 (XX), p. 15-30.

Baldi E. (1938). “Relazione preliminare sulle ricerche al lago di Tovel” in Studi Trentini di Scienze naturali, 3 (XIX), p. 247-339.

Baldi E. (1941). “Ricerche idrobiologiche sul lago di Tovel” estratto Memorie del Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina, 6 (XIX).

Bertagnoli A., Majone B. & Bellin A., (2006). “Il bilancio idrologico del lago di Tovel” in Studi Trentini di Scienze Naturali, Acta Biol., 81, Suppl. 2, p. 225-239.

Leonardi E., (1938). La val e il lago di Tovel, Cles (TN), Visintainer.

“L’attività del Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina ‑ cronaca e comunicazioni. 1937” in Studi Trentini di Scienze Naturali, 3 (XVIII), p. 324-344.

Tomasi G. (1989). “lago di Tovel: dall’immaginario al plausibile” in Natura alpina, 40, p. 1-72.

Sottosezione 1

Carte (inedite) relative agli studi condotti dai ricercatori sul lago di Tovel

Sottosezione 2

Crypta Baldi, Museo degli strumenti antichi della limnologia “Edgardo Baldi”

Sottosezione 3

CNR-IRSA Archivio storico
Fondo Istituto Italiano di Idrobiologia "Dottor Marco De Marchi"1938 - 1977