Museo delle scienze - MUSE

Museo delle scienze – MUSE

Corso del Lavoro e della Scienza 3, Trento

Fondo Gino Tomasi 1948 – 2014

Figura rilevante per le ricerche condotte sul lago di Tovel è quella di Gino Tomasi (Trento 1927‑2014). Laureatosi in Scienze naturali presso l’Università di Camerino, Tomasi venne assunto con la qualifica di assistente presso il Museo di storia naturale di Trento nel 1957. Nel 1960 conseguì la qualifica di vicedirettore del Museo, carica che detenne fino al 1964, divenendone direttore nel 1965, proprio nel periodo della trasformazione del precedente museo regionale in ente pubblico funzionale della Provincia autonoma di Trento. Tale ruolo ebbe come conseguenza il mandato di ristrutturazione e trasferimento della sede cittadina del Museo a Palazzo Sardagna e di revisione e adeguamento delle sue funzionalità scientifiche e organizzative. Gino Tomasi, cessato il servizio presso l’Ente in seguito al pensionamento, fu nominato dal Consiglio di amministrazione del Museo “Direttore emerito” e successivamente Conservatore onorario.

L’archivio Tomasi risulta di particolare interesse per la ricerca in quanto egli fu uno dei principali protagonisti che diede impulso alla ricerca locale e alla promozione dell’idea di conservazione della natura. Costante fu, inoltre, il suo impegno nelle iniziative dedicate alla protezione del lago di Tovel (“Commissione di studio per il lago di Tovel” promossa dalla Regione Trentino – Alto Adige; “Commissione per la conservazione della natura e delle sue risorse”presieduta da Alessandro Ghigi (https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Ghigi) e poi da Giuseppe Montalenti (https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Montalenti), promossa dal Consiglio Nazionale delle Ricerche).

Gino Tomasi, nel corso della sua attività, fu promotore dei parchi naturali, in particolare quello dell’Adamello Brenta. Il nome di Tomasi è inoltre legato al progetto di reintroduzione dell’orso in Provincia, ben tre tentativi di reinserimento dell’orso furono promossi fra il 1959 e il 1973.

Attraverso le carte è possibile ricostruire la storia delle ricerche scientifiche connesse al fenomeno dell’arrossamento, ma sono anche presenti riferimenti al lago in relazione alla letteratura e alla storia locale.

I fascicoli inerenti al lago di Tovel presentano materiale eterogeneo: bozze di relazioni, articoli, appunti manoscritti, ricerche bibliografiche e fotografie. Attraverso l’archivio è possibile ricostruire l’intero iter di ricerca che condusse Gino Tomasi alla stesura della sua opera monografica “Il lago di Tovel: dall’immaginario al plausibile”. L’archivio rappresenta un punto di partenza imprescindibile per chi sia interessato alla storia del lago.

Bibliografia di riferimento

Bruni C., Pandini E., Parisi I. (2016). “Archivio Gino Tomasi, Inventario dell’archivio (1948-2014)”, Museo delle Scienze ‑ MUSE, Provincia autonoma di Trento.

Tomasi G. (1989). “lago di Tovel: dall’immaginario al plausibile” In Natura Alpina, 40, P. 1-72.

Museo Tridentino di Scienze Naturali

Principale promotore delle campagne di studio sul lago di Tovel tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento fu il Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina.

L’attività del Museo nel campo delle ricerche scientifiche durante il 1937 fu assorbita in gran parte dagli studi idrobiologici su questo lago, questi studi furono messi in programma dal Museo mentre era ancora in vita la Prof. Rina Monti Stella dell’Università di Milano, illustre capo-scuola degli studi limnologici italiani.

Dopo la morte della professoressa Monti, il Museo ritenne di suo preciso obbligo, in suo ricordo, dare avvio ad un ampio programma di ricerche, utili alla conoscenza della complessa biologia del lago situato nelle propaggini orientali delle Dolomiti di Brenta. Il Museo individuò quale realizzatore ideale di tale programma l’allievo prediletto di Rina Monti, il prof. Edgardo Baldi, vecchio collaboratore del Museo e conoscitore perfetto della limnologia della Venezia Tridentina e di molte altre regioni alpine.

I finanziatori di questa spedizione furono il Museo di Trento, nella persona del suo direttore Lino Bonomi, che metteva a disposizione personale e mezzi e il Magnifico rettore dell’Università milanese prof. Alberto Pepere, che contribuiva finanziariamente alle spese previste.

La spedizione, durante il corso delle ricerche, rivolse il suo studio alla biologia del Glenodinium, la nota alga peridinea che secondo gli scienziati del tempo provocava l’arrossamento del lago, per stabilire il preciso meccanismo che presiedeva alla sintesi del pigmento rosso (astaxantina), la sua natura, le ragioni della classica ritmicità del fenomeno dell’arrossamento. Scopo fondamentale della ricerca era quello di tracciare un quadro completo della vita del lago.

Nel corso del primo anno di lavori furono compiuti quattro sopralluoghi, uno dei quali di sessanta giorni e un altro nel cuore dell’inverno rispettivamente, il 23 maggio, il 26 e 27 giugno, dalla metà di luglio alla fine di agosto, e dal 27 al 30 dicembre (ref. Diario di Bordo delle campagne di studio).

A questa prima spedizione dell’anno ’37 presero parte oltre a tutto il personale del Museo, il prof. Edgardo Baldi, il dott. Giampaolo Moretti della scuola di Milano e altri allievi, il dott. Sergio Venzo Conservatore onorario del Museo di Storia Naturale di Trento e geologo del Museo civico di storia naturale di Milano, la Società Alpini Tridentini, Sezione del Centro Alpinistico Italiano, che, collaborando con gli organizzatori alla spedizione mise a disposizione numerosi strumenti.

Raggiungere il lago non fu agevole. Gli ostacoli posti dalla montagna alla logistica dell’accampamento-laboratorio furono aspri. Malgrado le difficoltà, nei primi giorni della campagna del 1937 sulla sponda del lago fu costruito un piccolo villaggio scientifico.

Baldi e i ricercatori, per le loro spedizioni si servirono di un complesso strumentario fra cui un intero laboratorio di microscopia, dotato di 7 apparecchiature di vario tipo, ognuna adatta allo svolgimento di particolari compiti: un laboratorio microfotografico per la registrazione fotografica immediata degli aspetti presentati dalle biocenosi limnetiche; un piccolo laboratorio di ricerche chimiche e chimico-fisiche; alcuni semplici impianti per la registrazione delle condizioni metereologiche giornaliere della regione lacustre. Oltre a tale strumentazione i ricercatori ebbero a loro disposizione due canotti smontabili, reti planctoniche, draghe, e un apparecchio di presa cinematografica; numerose tende di vario tipo per l’alloggio degli operatori e il riparo degli attrezzi.

Le campagne di studio proseguirono fino al novembre del 1940. I risultati furono poi pubblicati nell’opera monografica di Baldi Ricerche idrobiologiche sul lago di Tovel nel 1941.

Il materiale conservato nell’archivio è eterogeneo: bozze di relazioni, corrispondenza, fotografie. Per quanto riguarda la corrispondenza, oltre agli studi inerenti le ricerche limnologiche, i temi delle lettere sono molteplici: la logistica delle campagne di studio, il film a colori dedicato al lago di Tovel (vedi documento ), le pubblicazioni curate da Baldi per la rivista del Museo (Memorie).

Peculiare nell’archivio (vedi documento ) è il carteggio tra Baldi e l’allora direttore del museo Lino Bonomi.

Il carteggio oltre ad offrire testimonianza dei mezzi e delle ricerche del tempo, documenta anche il contesto storico vissuto dai ricercatori, un periodo difficile, quello del Secondo conflitto mondiale.

Di fronte ad un evento tanto traumatizzante come la guerra, una costante accompagna i ricercatori, grande dedizione per la ricerca…

Qui di seguito vengono riportati alcuni brani scelti dei carteggi:

Trento, 3 febbraio 1945, Lino Bonomi a Edgardo Baldi

“Qui la vita è durissima, ma io tiro avanti con coraggio, misto ad un po’ di fatalismo che non può mancare, se si da uno sguardo intorno a noi, ove le miserie e i danni aumentano giornalmente […] La Valle dell’Adige è tempestata giornalmente; puoi pensare alle mie preoccupazioni per San Michele ove la situazione è pesantissima. Il Museo vive, anzi vegeta, tutte le nostre attività sono paralizzate […] non conviene pensare ai tempi passati e alle passate nostre iniziative: mi sembrano realmente un sogno”

Pallanza, 11 dicembre 1944, Edgardo Baldi a Lino Bonomi

“[…] l’Istituto è rimasto indenne, e così nessuno di noi è incorso in guai seri […] Io non ho più abbandonato Pallanza, anche perché non mi sentivo di lasciare l’Istituto in tali condizioni […] tutto il peso dell’Istituto è sulle nostre spalle e soprattutto il peso finanziario che puoi immaginare quanto sia greve. Con il valido aiuto di Buzzati abbiamo risolto però bene anche questa questione. Industriali e amici ci sono venuti generosamente incontro […] affrontiamo quindi anche il 1945 con sufficiente serenità […] ne è venuto così che questo tremendo periodo, che ha portato tante distruzioni e tanta disorganizzazione anche nel nostro campo, per l’Istituto ha rappresentato invece un periodo di sviluppo e progresso”.

L’archivio del Museo Tridentino di Scienze Naturali rappresenta una testimonianza fondamentale per comprendere la genesi delle ricerche sugli studi sulle acque interne del nostro Paese, in particolare quelle dedicate al fenomeno dell’arrossamento del lago di Tovel.

Bibliografia di riferimento

Barbacovi M. (2006). Museo Tridentino di Scienze Naturali. Inventario dell’archivio (1858 – 1974), Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i beni librari e archivistici.

Baldi E. (1939). “Ulteriori ricerche al lago di Tovel” in Studi Trentini di Scienze Naturali, 1-2 (XX), p. 15-30.

Baldi E. (1938). “Relazione preliminare sulle ricerche al lago di Tovel” in Studi Trentini di Scienze Naturali, 3 (XIX), p. 247-339.

Baldi E. (1941). “Ricerche idrobiologiche sul lago di Tovel” estratto Memorie del Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina, 6 (XIX).

“L’attività del Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina ‑ cronaca e comunicazioni. 1937” in Studi Trentini di Scienze Naturali, 3 (XVIII), p. 324-344.

Sottosezione 1

Fondo Gino Tomasi 1948 - 2014

Sottosezione 2

Fondo Museo Tridentino di Scienze Naturali (1858 – 1974)